Incontra Elisa Fenoglio
Intervista al vincitore della seconda stagione del concorso Gaudir.
Parlami di te. Dove sei nata e cresciuta? Chi sono i tuoi genitori? Cosa ti piace fare?
Nei miei primi 17 anni ho vissuto in un piccolo paese del Piemonte, in Italia, situato poco prima delle Langhe. Io vivevo in un appartamento con i miei genitori, impiegati d’ufficio,
e due sorelle cresciute modestamente ma nei valori dell’onestà e del rispetto per il prossimo.
A 17 anni mi sono trasferita a Torino per frequentare l’università e da allora vivo qui.
Ho frequentato prima il liceo artistico e poi la sezione di scenografia e costume all’Accademia di Belle Arti. Ho sempre amato la pittura, il disegno, la scultura.
Da sempre, sono stata affascinata dalla natura che offre una varietà immensa di sostanze e textures e di cui io sono profondamente innamorata. Trovo tanta meraviglia nel pelo maculato e striato dei felini, nei petali delicati dei fiori, nelle piume dalle molteplici forme e dimensioni. Superfici lisce e ruvide... opache e lucide… che caratterizzano anche i miei lavori, in cui non mi accontento di una sola tecnica, dove provo a giocare, abbinando oggetti diversi in armoniose combinazioni… senza però abbandonare l’ambito figurativo che è il vero motore della mia produzione creativa.
Perché hai deciso di fare bambole? Da quanto tempo lo fai?
Nei miei sogni d'infanzia, mi immaginavo come uno scultore di bellissime figurine. Poi, circa 20 anni fa, ho scoperto il mondo delle sculture in polimero, delle bambole d'arte, delle miniature delle case delle bambole e il mio amore per la combinazione di materiali e trame diversi può essere pienamente espresso in questo settore, che offre ampie opportunità di creatività. È così che sono riuscita a coniugare il mio amore per la scultura con la passione per i costumi. Ho iniziato circa 20 anni fa con piccoli personaggi per roombox, per poi proseguire con sculture più grandi in scala 1: 6, in cui la figura umana è il personaggio principale e il costume è oggetto di molta attenzione.
Chi ha influenzato principalmente il tuo stile?
Io penso che lo stile che ho raggiunto oggi sia il risultato del mio percorso di studi artistici e delle mie esperienze passate nel settore dello spettacolo, unito alle mie preferenze personali di alcuni specifici pittori (come Godward o Alma-Tadema, preraffaelliti o pittori iperrealisti), arricchito dalla mia grande passione per i costumi storici di epoche passate e al mio amore per l’accostamento di materiali diversi e di textures ricche e dinamiche.
Qual è il tuo più grande successo professionale? Qual è la cosa di cui sei più orgogliosa?
Io sono molto soddisfatta e grata di tutte le esperienze professionali che ho fatto fin’ora. Ho cominciato molto giovane, a 22 anni, appena finita l’università, a lavorare nel mondo dello spettacolo. Ho lavorato nei grandi teatri greci della Sicilia, ho lavorato in sartorie di Roma per la produzione di film, ho lavorato per molti anni come scenografa nella televisione italiana. Poi sono diventata mamma e ho cercato un modo creativo di esprimermi più adatto alla vita familiare, meno ramingo. In questi ultimi 15 anni ho partecipato a mostre, realizzato quadri e sculture. Ho vinto concorsi e premi grazie alle miniature e alle art dolls, ho partecipato a mostre collettive e incontrato artisti internazionali di altissimo livello. Sono diventata IGMA Artisan e Master member della PDMAG. Sono stata invitata alcune volte alla mostra annuale dell’Associazione Dabida e io stessa ho cominciato ad indire concorsi e proporre corsi anche di artisti internazionali. Sono state tutte esperienze bellissime, ricche di significato ed ispirazione.
Se non fossi un'artista di bambole, cosa saresti?
In realtà in passato ho collaborato come illustratrice per riviste e case editrici e da 5 anni lavoro come iconografa per la Pearson Italia, collaborando alla realizzazione di libri scolastici per i ragazzi delle scuole superiori. Di sicuro l’attività di dollmaker è quella che amo più in assoluto, ma mi piace fare tutto ciò che è creativo, che ha a che fare con la bellezza, l’ estro, l’armonia. Se però io non avessi potuto frequentare scuole d’arte e fare lavori artistici, penso che avrei comunque cercato la creatività in un laboratorio. Io penso che sia molto entusiasmante anche la chimica: da ragazzina ero affascinata dalle reazioni che avvengono tra elementi diversi e quando ho dovuto scegliere quale liceo fare ero molto combattuta tra quello artistico e quello scientifico.
Hai un libro o un film preferito?
I miei libri e film preferiti sono i gialli e i grandi romanzi ambientati nelle epoche passate. Come film amo Via col vento, Anna Karenina, Il Gattopardo, Anna and the king… (oltre ad essere romanzi sono tutti film in costume, con abiti meravigliosi).
Chi pensi sia la persona più grande del mondo? Perché?
Non credo ci sia una persona in particolare. Penso che le persone grandi e straordinarie siano tante: quelle che scelgono tutti i giorni di impegnarsi perché il mondo sia un posto migliore, quelle che amano, che si donano agli altri nella loro quotidianità, che difendono i deboli, si occupano dei malati, lottano per gli oppressi e regalano sorrisi e calore anche nei momenti più difficili, ma anche chi si è adoperato in campi diversi per il progresso, per i diritti fondamentali per la persona umana e per il benessere dell’umanità.
La cosa migliore che sia mai successa al mondo?
Anche in questo caso mi riesce difficile prediligere una cosa nello specifico tra le tante che hanno permesso e tutt’ora permettono di progredire in termini di civiltà, cultura e conquiste tecnico-scientifiche.
Hai un credo di vita o un principio che segui?
Il principio che seguo è cercare di vivere nell’amore e nel rispetto degli altri.