Jabot di charme
Jabot - (da Fr. jabot - gozzo d'uccello) è apparso nel costume europeo nel XVII secolo, stabilmente presente nel costume maschile della nobiltà francese e apprezzato più di altri accessori!
Un jabot con una camicia bianca era destinato a spiccare nella scollatura di un gilet o di una canotta.
Un fatto interessante è che lo jabot era un elemento di costume preferito non solo dalla nobiltà, ma anche dai pirati. I predoni del mare amavano sfoggiare i loro abiti alla moda. A quei tempi, il pizzo era molto apprezzato e molto costoso.
Il jabot era un segno di vero dandy e di ricchezza. A differenza dei guanti, che potevano essere indossati o meno, lo jabot era un capo indispensabile nel guardaroba maschile.
Lo jabot, in tessuto o pizzo, cadeva dal collo dell'abito, arrivando fino alla vita. Era acconciato con un'onda sontuosa, con sporgenze, con un volant continuo e con una piega fine (a volte doppia o tripla).
Dalla metà dell'Ottocento lo jabot fa la sua comparsa nella moda femminile, e non per mascherare i bottoni della camicetta, come si pensava in precedenza (fino ai primi anni del Novecento gli abiti si allacciavano sul retro), ma solo per l'effetto decorativo.
Già nella seconda metà del XIX secolo, lo jabot poteva essere non solo in tono o dello stesso materiale dell'abito, ma anche di colore o fantasia contrastante, con rifiniture ai bordi - ruche, perline, pizzi.
Nel corso della storia della fa forma dello jabot variava: c'erano semplici strisce di pizzo cucite lungo il bordo della chiusura, ed enormi e lussureggianti onde di pizzo che scendevano fino alla vita.
Lo jabot era particolarmente popolare in Francia. L'accessorio è arrivato in Russia nel XVIII secolo.
Nella seconda metà del XIX secolo, le donne avevano preso pieno possesso di questo attraente capo di abbigliamento.
Un piccolo jabot con colletto in pizzo appuntato con una spilla aggiungeva grazia, mentre uno jabot con onde rigogliose rendeva il look solenne e aristocratico.
Fonte: Storia del costume. Inghilterra. 1998г.
Le foto sono tratte da risorse pubbliche disponibili su Internet.
Con amore e rispetto, Tatiana Kalinina
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